Le strade del giro d’Empoli si sono sempre chiamate così?

Facebooktwitterby feather

ImmagineA questa domanda risponde il 4° numero della rivista degli Amici dell’archivio storico “Quaderni d’archivio”, che presenta lo stradario storico del centro di Empoli. Il volume sarà presentato il prossimo Venerdì 27 febbraio alle ore 17 nella Sala conferenze dell’Archivio storico di Empoli (Via Torricelli 58/A). Ad introdurre la serata il prof. Alberto Malvolti (presidente della Fondazione Montanelli Bassi di Fucecchio), saranno presenti gli autori e Paolo Santini, direttore della rivista.

 

L’idea di creare uno stradario storico empolese non è nuova: un primo tentativo l’aveva fatto Mario Bini sulle pagine della rivista « Empoli», edita dalla locale amministrazione comunale, tra il 1965 e il 1968. La sua conoscenza delle principali fonti archivistiche e bibliografiche relative al territorio empolese gli aveva permesso di mettere insieme una serie di notizie e appunti su una cinquantina di odonimi. Gli autori hanno ripercorso la strada aperta dal Bini, mettendo in atto una ricerca sulle fonti metodologicamente più rigorosa e tenendo ben presenti i limiti spaziali (le vie e piazze di Empoli “dentro le mura”) e cronologici (dal sec. XV al secondo dopoguerra).

 

“L’obiettivo di questo repertorio storico dell’odonomastica empolese è quello di realizzare una nomenclatura quanto più precisa e completa possibile, limitatamente alle fonti utilizzate, delle vie e delle piazze del centro storico nel tentativo di leggere nella stratigrafia toponomastica le trasformazioni socio-economiche, culturali e urbanistiche di cui la città è stata protagonista nel corso del tempo e come questa fu diversamente percepita dai suoi stessi abitanti e amministratori”. Il gruppo di lavoro, composto da Vanna Arrighi, Gabriele Beatrice, Franca Bellucci, Elisa Boldrini, Marco Frati, Chiara Papalini, presenta i risultati raggiunti consapevole che la ricerca è ben lontana dall’essere conclusa e che può essere arricchita da un confronto pubblico con studiosi e appassionati. Un esempio significativo è Piazza Farinata degli Uberti: questa denominazione fu assegnata nel 1881. Prima di questa data, la piazza era ufficialmente denominata piazza della Collegiata, mentre nei secoli precedenti era stata variamente identificata come piazza della Pieve, piazza all’Olmo e della pieve all’Olmo, piazza del Duomo, piazza del mercato o del mercatale.

 

La seconda parte della rivista ospita un articolo di Valfredo Siemoni sulla statua del Santo diacono di Francesco di Valdambrino nel Museo della Collegiata e sull’esperienza didattica della scuola primaria di Corniola sulla via Salaiola, presentata da Michela Acconci e Roberta Marconcini.

Gli Amici dell’Archivio storico potranno ritirare gratuitamente il volume.

Facebooktwitterby feather

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.