La villa del Cotone in Valdorme (1° parte)

Facebooktwitterby feather

Villa Il Cotone corretta-1

La più antica raffigurazione cartografica della villa del Cotone risale agli anni ’80 del secolo XVI ed a quella straordinaria collezione di mappe e piante topografiche denominata “piante dei popoli e strade” realizzata dai Capitani di parte Guelfa. Essa è compresa in ben tre mappe, in quanto il luogo su cui sorge era al confine fra tre “popoli”: santa Maria Oltrorme, san Donato in Valdibotte e san Lorenzo a Monterappoli. Allora apparteneva a Matteo Strozzi, esponente di una delle più antiche, numerose e potenti famiglie dell’aristocrazia fiorentina. Agli Strozzi la villa era stata venduta dagli Spini, altra famiglia del patriziato fiorentino, cui presumibilmente si deve la trasformazione da semplice “casa da signore” a villa di delizia, secondo un trend piuttosto generalizzato e databile, in termini generali, dalla fine del ‘400 e la metà del secolo successivo. Dopo il 1634, epoca in cui fu redatto un inventario di mobili e suppellettili  che ci dà alcuni ragguagli sulla sistemazione interna, la proprietà della villa passò agli Scarlatti, anch’essi esponenti di una famiglia nobile di Firenze, sebbene di minore antichità e rango degli Strozzi, cui rimase fino alla seconda metà dell’800. Di questo periodo rimangono alcuni libri di amministrazione dei poderi oggi conservati all’Archivio di Stato di Firenze. Dai primi anni del ‘900 la villa è stata suddivisa in due proprietà distinte.

 Breve storia della villa del Cotone

 La prima notizia risale al 1385 quando Scolaio Spini la comprò dai Mannelli: sia la famiglia venditrice che l’acquirente appartenevano al patriziato fiorentino, erano iscritti alle arti maggiori ed erano presenti ad intervalli regolari nelle cariche pubbliche del Comune di Firenze. Agli Spini il Cotone apparterrà per quasi cento anni, passando da Scolaio al nipote Doffo e poi ai tre figli di questi. Gli Spini possedevano anche la vicina villa del Poggiale e molti poderi nella stessa zona, fra Empoli, Pontorme e Monterappoli. Ma nel 1479 questo ramo della famiglia Spini subì un tracollo finanziario ed il Cotone, passò per sentenza di tribunale a Bernardo di Dante da Castiglione come pagamento di un grosso debito contratto dagli Spini. Il nuovo proprietario disponeva di vaste proprietà nel Mugello, ma non aveva niente in questa zona, per cui la rivendette ben presto, cioè nel 1484 a Giovanni Niccoli, che era un prete e che, morendo, la lasciò in eredità al fratello.

Nel 1532 apparteneva ad Alessandro Antinori, che nel 1559 fallì, cosicché i suoi beni passarono ad un consorzio di creditori e furono venduti ad estinzione dei debiti. Il Cotone fu acquisto nel 1563 da Camillo Strozzi, esponente di una potentissima famiglia fiorentina, divisa in molteplici rami, che tenne la proprietà fino a circa il 1622, data a cui l’ultimo esponente, Carlo di Lorenzo Strozzi morì, lasciando figli minorenni, per cui l’amministrazione dei suoi beni fu assunta provvisoriamente dal Magistrato dei Pupilli, una sorta di tribunale dei minorenni che curava gli interessi degli orfani. Nel frattempo si aprì una causa fra questi ultimi, rappresentati dalla madre Marietta ed i Capponi, che rivendicavano parte dell’eredità dello Strozzi, presumibilmente a motivo di un precedente fidecommesso (istituto giuridico che vincolava l’erede a non vendere il bene o i beni compresi nel fedecommesso e a passarli integri al primogenito o ad un erede stabilito) gravante su parte di questa eredità.

Per soddisfare le richieste di questi Capponi, il Magistrato vendette la proprietà del Cotone e l’acquirente fu Giovan Battista Scarlatti.

Anche il nuovo proprietario apparteneva al ceto imprenditoriale fiorentino, con forti interessi commerciali e bancari anche a Roma. Probabilmente le origini ed i radicamento di questa famiglia, originaria di Castelfiorentino, nella buona società fiorentina erano più recenti delle famiglie fin qui elencati (Spini, Antinori, Strozzi), ma ormai in pieno regime granducale queste differenze, molto marcate durante il periodo repubblicano, erano andate progressivamente perdendo d’importanza. Gli Scarlatti tennero la proprietà del Cotone per più di tre secoli, arrivando almeno alla metà dell’Ottocento. Dal 1792, anno della morte di Ignazio Scarlatti, che aveva compreso la proprietà del Cotone in un fedecommesso, questa passò ad Augusto Scarlatti di Roma, ma la successiva abolizione dell’istituto fedecommissario generò una complessa serie di cause giudiziarie, che determinò, tra le altre cose, la produzione di una ricca serie di documenti (alberi genealogici, pro-memoria, stime, ecc.), parte dei quali sono giunti fino a noi. Queste carte ci consentono di sapere molte cose sul Cotone, tra la fine del ‘700 e la metà dell’800: numero di poderi, produzioni agricole, investimenti, nomi di fattori e di contadini, ecc.

Alla morte della baronessa Virginia Del Grillo vedova Scarlatti, avvenuta nel 1831, la proprietà del Cotone fu divisa in due parti, tra uno Scarlatti ed un Manteri, e per le due porzioni iniziò da allora una storia separata, che perdura anche ai nostri giorni.

(Continua)

Vanna Arrighi

 

Facebooktwitterby feather

One thought to “La villa del Cotone in Valdorme (1° parte)”

  1. Articolo con iso ma chiaro e preciso
    Vorrei saperne di più .come fare ?
    Distinti e cordiali saluti
    Alessandro Calugi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.