Il Palio empolese

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Quando a Empoli (e non solo a Siena) si correva il palio

J. Callot, Veduta delle chiese sul Prato colla corsa de Barberi, incisione XVII sec, in G. Trotta, Il Prato d’Ognissanti a Firenze: genesi e trasformazione di uno spazio urbano, Firenze 1988

Ai giorni nostri, la “città del palio” per antonomasia è indubitabilmente Siena, poiché è l’unico luogo dove l’antica corsa dei cavalli venga ancora effettuata nelle modalità tradizionali. Nei secoli passati tuttavia si correvano palii in tutte le città toscane, sia piccole che grandi. Si definiva “palio” qualsiasi corsa di cavalli, anzi qualsiasi gara che avesse in palio (per l’appunto!) un trofeo consistente in un drappo di stoffa pregiata (dal latino pallium = velo). Per questo motivi esistevano il palio dei navicelli, quello dei cocchi e quello degli asini, ma nella maggior parte dei casi si facevano correre dei cavalli, anzi dei “barberi” (corruzione di berberi, con riferimento ad una particolare razza di cavalli). Esistevano due tipi di palio, inteso nel senso più ristretto di corsa di cavalli: il palio “alla lunga”, con percorso rettilineo, e quello “alla Tonda”, con percorso circolare lungo il perimetro di una piazza o di uno slargo fuori dal centro cittadino. Il palio empolese fu per tutto il ‘700, secolo per il quale è costantemente documentato, quasi sempre “alla lunga” e disputato costantemente lungo lo stesso percorso di Km. 1,300, compresi fra il punto di partenza, il ponte sul rio dei Cappuccini ed il traguardo fissato al magazzino del sale (all’angolo fra le odierne via Chiara e via Ridolfi). Leggi tutto

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Presentazione del numero 8/9 di “Quaderni d’Archivio”

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29 novembre 2019, ore 17,30, Museo del Vetro

L’ultimo numero della rivista degli Amici dell’Archivio storico di Empoli “Quaderni d’archivio” è dedicato ai giochi, alle feste e agli spettacoli che si svolgevano a Empoli nei secoli passati. È un volume molto corposo (si tratta in effetti di un numero doppio) che presenta saggi e contributi frutto di ricerche presso archivi locali e non solo.

Non solo volo del ciuco è il titolo della parte monografica della rivista e si propone di ricostruire  il panorama delle feste più importanti: da quelle devozionali alle feste “civili”, dal volo del ciuco al gioco del pallone e ai fuochi d’artificio. La seconda parte dei “Quaderni” presenta una interessante rassegna di studi recenti basati su fonti d’archivio. Il tutto accompagnato da un ricco apparato iconografico. Leggi tutto

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