UN DEPOSITO DI POLVERE PIRICA NELLA CAPPELLA DI SAN RUFFINO

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Nella seconda puntata del nostro viaggio alla scoperta di San Ruffino ai Cappuccini, raccontiamo un fatto piuttosto inusuale. Se vi foste persi la prima puntata, ecco il link: La Cappella di San Ruffino. Ecco la seconda.

Quando, nel 1867 il complesso dei Cappuccini, demanializzato[1], entrò a far parte delle proprietà comunali, comprendeva oltre alla chiesa l’insieme di edifici, cresciuti nel tempo e accorpati attorno al cortile e i  terreni, parte ortivi e parte tenuti a bosco, mentre all’interno del muro di cinta, edificato nel 1613, era compreso anche lo spazio riservato alla sepoltura dei frati.

L’Amministrazione Comunale valutò che il complesso fosse particolarmente idoneo ad ospitare il cimitero comunale, sia per la relativa distanza dal centro urbano che per un agevole collegamento viario. L’acquisizione dei Cappuccini le consentiva inoltre di risolvere il problema, divenuto urgente, di trovare una collocazione adeguata al deposito di polvere pirica ospitato, fino ad allora conservata nell’ex Magazzino del sale, in pieno centro abitato. Infatti l’undici febbraio 1867 si deliberava lo spostamento del pericoloso deposito nel convento dei Cappuccini e più precisamente nella cappella di S. Ruffino, appoggiata sul muro di recinzione e con la porta di ingresso esterna al muro stesso.

Non sappiamo fino a quando esso mantenne questa funzione, ma nel 1914 il Padre Guardiano, in considerazione che « … da anni le stanze…destinate per le polveri piriche» erano vuote ed abbandonate, presentò istanza alla Giunta Municipale per avere l’uso temporaneo di quei locali, allo scopo di ospitare attrezzi e altro materiale, dopo che un incendio aveva reso inagibile la capanna attigua al convento[2].

Gli stessi fatti sono ben raccontati, con numerosi particolari, nelle memorie conservate dai Cappuccini, che ripercorrono a ritroso la storia dell’oratorio, attingendo anche ai ricordi del Bernardi, che ricorda come «….il Municipio vari anni indietro l’aveva trasformata, e chiuso l’antico vano con porta e muro, vi fece fabbricare accanto due stanzette che servirono per molto tempo da deposito di polvere da canna», mentre, una volta riavuta in concessione,  «…Fu chiusa la porta fuori della clausura ed aperta di dentro, fatte due finestrine, abbattuto il tramezzo ed altri lavori per riportarla ai nostri usi».

Dal 2002 la proprietà della cappella  è stata donata dall’ Ordine dei Frati Minori Cappuccini di Firenze, alla Parrocchia dei Santi Simone e Giuda di Corniola.

Elena Mostardini

(2-continua)


[1] ASCE, Postunitario, Deliberazioni del consiglio comunale, 1/1. Con lettera del 26 dicembre 1866 la Prefettura di S. Miniato comunicava al Sindaco la cessione dei conventi dei Cappuccini e di S. Maria a Ripa; ASCE, Postunitario, Ufficio tecnico, 7/15, 6 febbraio 1867, stima dei terreni annessi al convento dei Cappuccini £ 3216,00.

[2] Non si trattò di una deliberazione, bensì di una lettera, ASCE, Postunitario, Carteggio,  5.17 Anno  1914 Filza 278.

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