Via San Francesco

Facebooktwitterby feather
Via San Francesco
Via San Francesco

Passeggiando nel ‘giro d’Empoli’ passa quasi inosservata la piccola via San Francesco, sulla quale si affacciano le vetrine di alcuni negozi del centro. Il vicolo permette di raggiungere facilmente uno degli ingressi laterali della Collegiata di S. Andrea da via del Giglio, quello in corrispondenza della cappella di San Lorenzo nel transetto della chiesa (ASCE, Misc. U.T. 41/5, «Elenco delle strade comunali …», 23 marzo 1868: Via S. Francesco, «dalla via del Giglio alla Porta della Collegiata»).

L’attuale denominazione è documentata fin dal ‘700 a proposito dell’ubicazione di un immobile di proprietà Salvagnoli (ASFi, Decima granducale, 1776, 5754 c.827r.), ma precedentemente la via è registrata nelle portate dell’imposizione della fogna della Comunità di Empoli del 1759 come via della squola (sic!). Qui si trovava, infatti, una «una casa che serve ad uso di squola» di proprietà dell’Opera della Collegiata di S. Andrea (ASCE, Preunitario, Comunità 80, 1759), cui era pagata una pigione dalla Comunità di Empoli.

Via san Franscesco
Via San Francesco dopo le distruzioni belliche, 1944

Sicuramente fin dai primi anni del Quattrocento era presente ad Empoli un maestro di grammatica stipendiato dal comune affinché «mediante il principio della gramatica per che ella è fondamento et principio di tutte l’arti liberali […] li uomini et persone del decto populo [di S. Andrea, n.d.c.] possino delle docte arti virtuosamente risprendere et diligentemente docti essere et bene admaestrati» (Statuti del Popolo di S. Andrea, 1415, rub. XXVIIII, Berti – Guerrini, Empoli: statuti e riforme, Empoli 1980, p. 75). Gli statuti della Comunità del 1560 deliberarono che lo stipendio del maestro fosse pagato, oltre che dal comune, anche dalle principali compagnie laicali empolesi, cioè la Compagnia di S. Andrea, la Compagnia di San Lorenzo e sua Opera, quelle della Croce e della Nunziata (G. Lastraioli, Aspetti di vita religiosa e culturale nel Cinquecento, «BSE», 1959/2, n. 6, pp. 435-442). Ancora nel Settecento le stesse compagnie laicali stipendiavano il maestro che di norma apparteneva al clero ed era eletto annualmente (cfr. G. Beatrice, La scuola e l’istruzione ad Empoli, dattiloscritto presso l’Archivio Storico del Comune di Empoli).

Elisa Boldrini © riproduzione riservata

Facebooktwitterby feather

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.