Alle origini della fotografia. Studi fotografici a Empoli tra XIX e XX secolo. Parisio Cantini (3° parte)

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Bambina(Cantini)
Parisio Cantini. Ritratto di bambina, post 1909 (Empoli, Archivio Storico Comunale, Fondo Vannucci Zauli)

Si conclude con questa ultima parte il breve profilo del fotografo empolese Parisio Cantini.

Nel secondo decennio del Novecento prosegue l’attività dello studio fotografico Cantini che reclamizza in particolare l’esecuzione di foto su porcellana per monumenti, lapidi ecc., ingrandimenti e riproduzioni e – sempre molto richiesti – ritratti di bambini e neonati per i quali la sala di posa riscaldata offriva il massimo comfort. Alla fine del 1911 vengono svolti i lavori ampliamento dello studio “abbellito secondo le ultime moderne esigenze”.

Al pari di molti altri piccoli studi fotografici di provincia, cogliendo le possibilità offerte dal mercato turistico ed epistolare, Cantini si occupa della realizzazione di cartoline fotografiche illustrate, non nuovo a questo genere di attività cui si era già dedicato al tempo del sodalizio con i Cioni. Numerosi esemplari individuati presso i collezionisti locali riportano sul verso la dicitura a caratteri tipografici “Ediz. Parisio Cantini”. È utile ricordare che, come i Cioni, anche Cantini produceva direttamente cartoline al citrato d’argento che utilizzava nella realizzazione di servizi fotografici in studio oppure vendeva a professionisti o privati. La versatilità della cartolina ne faceva poi un ottimo strumento per “reclame”. Inoltre tra i lavori pubblicizzati sul catalogo del 1911 troviamo anche la stampa su commissione di cartoline su diversi tipi di carta.

Nel corso del 1912 Cantini dirada la sua presenza su «Il piccolo corriere del Valdarno e della Valdelsa» dove pubblica il dispositivo di una sentenza del 21 giugno 1912 del Tribunale di San Miniato in merito alla vertenza da lui intrapresa contro i vecchi soci, i fratelli Cioni, citati per inadempienza agli accordi definiti in un precedente contratto. Per i due anni successivi (1913-1914) le inserzioni pubblicitarie dello studio fotografico sono presenti più o meno costantemente sulle pagine de «Il piccolo» con particolari promozioni per il periodo natalizio.

Più o meno in questi anni, a fronte della concorrenza nazionale e internazionale, Cantini cessa la produzione di materiali per la fotografia, da tempo ormai limitata alle sole carte al citrato d’argento, per occuparsi della fornitura di prodotti realizzati da terzi.

Nei giorni immediatamente successivi all’entrata in guerra dell’Italia, nel 1915 «Il piccolo» dà notizia della pubblicazione del nuovo catalogo della ditta Cantini, il 14° della serie. La redazione si cura di far notare che – secondo le parole dello stesso Cantini – “malgrado le molte difficoltà create dall’immane conflitto europeo, malgrado il velo d’incertezza che ancora circoscrive la situazione nell’avvenire” il catalogo è stato pubblicato per venire incontro alle richieste della clientela, mantenendo “immutata la maggior parte dei prezzi”.

In questo tragico contesto, Cantini risponde alla richiesta sempre più frequente delle famiglie di una foto-ricordo del proprio caro richiamato alle armi offrendo la duplicazione gratuita della foto, se eseguita nel proprio studio dove sono conservate le negative, e promozioni per le riproduzioni da altre foto.

Finita la guerra inizia lentamente la ripresa economica e Cantini si trova a dover fronteggiare la concorrenza degli studi fotografici aperti ad Empoli nel corso degli ultimi anni. Per ampliare l’offerta commerciale, lo studio Cantini si apre ad altri settori merceologici quali la vendita di strumenti di precisione per geodesia, fisica, meccanica ed ottica. Tra il 1919 e il 1920 viene inaugurato il nuovo reparto di ottica della Ditta Cantini, in via Giovanni da Empoli 7 “fornito dei più ricchi e completi assortimenti di binocoli, lenti, montature ecc. e di ogni qualità di occhialeria delle più rinomate Case Francesi e Americane, nonché d’una serie splendida, e tale da non temere confronto, di articoli di fisica e geodesia quali: livelle, compassi di precisione, metri, termometri clinici e da bagno, ecc.”.

Intorno al 1925-26 Cantini cessa l’attività di fotografo per limitarsi alla vendita di materiale fotografico nel negozio di via Giovanni da Empoli. Nei difficili anni del secondo conflitto mondiale la ditta Cantini trasferisce le proprie attività in via S. Reparata a Firenze, già sede di un punto vendita in via Nazionale. Dopo il ritiro dagli affari del Cantini nell’immediato dopoguerra, la figlia Rina, in società con il marito Lino Miniati Paoli, costituiva la Società per Azioni cav. Parisio Cantini attiva nel commercio di prodotti sensibili e macchinari per fotografia, radiografia e cinematografia, estendendo così il suo campo di azione alla diagnostica medica e alla cinematografia.

Elisa Boldrini

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