La chiesa dei Cappuccini di Empoli. Restauri e ricostruzioni tra ‘800 e ‘900

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I restauri della chiesa 1903- 1906

Interno della chiesa di San Giovanni Battista, complesso dei Cappuccini, Empoli

Si devono alla vigorosa azione del padre guardiano del convento Angiolo Maria da Montevarchi gli importanti lavori di rinnovamento/riconfigurazione dello spazio ecclesiastico nelle forme e qualità pervenute fino all’oggi, nonché di aggiornamento degli ambienti conventuali.

Le condizioni della chiesa vengono descritte nelle memoriestilate dallo stesso religioso (Archivio della Provincia Toscana dei Cappuccini di Montughi, 853, Ricordi maggiori, 1903-06), che non mancava di sottolineare l’urgenza dell’intervento, perché la chiesa si presentava con “il tetto indecente, il Sancta Sanctorum ristretto, la niuna simmetria delle cappelle, il cattivo stato di tutto il locale”. A fronte di una previsione di spesa pari a £ 707 necessarie per il restauro del “tetto della chiesa, della sacrestia e cappelle e loro riquadrature” ed alla constatazione che comunque “il locale ne sarebbe rimasto tuttavia incomodo” prendeva corpo il progetto di “un più ampio lavoro e di una più larga e completa sistemazione della chiesa”, reso possibile anche dalla maggiore disponibilità economica (£ 5000) frutto di una “sommaria questua” fra i cittadini. Leggi tutto

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La chiesa dei Cappuccini di Empoli. Restauri e ricostruzioni tra ‘800 e ‘900

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La facciata della chiesa di San Giovanni Battista, parte del complesso conventuale dei frati Cappuccini di Empoli

L’acquisizione pubblica del complesso dei Cappuccini nel 1867 ha segnato una svolta sostanziale nelle sue funzioni e nella configurazione per cui la prevista destinazione a cimitero monumentale andava a sostituirsi alla secolare presenza dei frati ed alla loro opera di predicazione e assistenza della popolazione. E, mentre gli ambienti conventuali non furono direttamente coinvolti nella trasformazioni, lo spazio di pertinenza della chiesa conobbe una significativa riedizione con la costruzione delle due ali porticate, connesse al portico di facciata, che consentivano l’accesso alle nuove cappelle funerarie di famiglie cittadine[1]. Di fatto le ali porticate delimitavano lo spazio antistante la chiesa e divenivano elementi unificanti adatti a configurare la nuova area cimiteriale. I porticati sviluppati ortogonalmente al prospetto della chiesa, erano definiti da pilastri sormontati da arcate a pieno centro seguendo la formula utilizzata nel preesistente portico a cinque arcate che caratterizzava la facciata della chiesa; lineari lesene inquadrano le arcate e arrivano fino alla trabeazione che sopporta lo spiovente di copertura. Il paramento murario ad intonaco unifica tutti i portici da cui si accede alle cappelle funerarie ed ogni campata, coperta da volta a vela, diviene quasi pertinenza della corrispondente cappella di famiglia. Leggi tutto

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