Il vicolo della ‘Beppa’ e il vicolo del Poggini: proposte di riqualificazione nell’area tra tra la piazza della Collegiata e Via de’ Neri 150 anni fa

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vicolo beppa chiaro
ASCE, Postunitario, Atti del magistrato…, 3/1, tav. 2 allegata alla perizia dell’ingegnere comunale 10 gennaio 1865

Curiosando tra le carte di archivio abbiamo potuto riscontrare la presenza ad Empoli di un vicolo della Beppa, da identificare con il passaggio coperto recentemente riaperto dall’amministrazione comunale che mette in collegamento via Giuseppe Del Papa con via dei Neri, in corrispondenza dell’ingresso alla biblioteca comunale, un tempo noto anche come vicolo S. Stefano (ASCE, Preunitario, Comunità 610, Stradario generale de’ lastrici…., 1863) o vicolo dei Frati.

La singolare denominazione si trova citata all’interno di una lettera, datata 19 dicembre 1865, in cui un gruppo di cittadini, tra cui molti esponenti del notabilato locale come Antonio Vannucci e Carlo Del Vivo, inoltrano al gonfaloniere e al consiglio comunale di Empoli la richiesta di allargamento del Chiassetto del Poggini e chiusura dei vicoli di Malacucina e, appunto, della Beppa.

Dal documento emerge che questi vicoli erano stati da poco riaperti al pubblico dopo la loro temporanea chiusura a seguito di un’epidemia di colera che aveva colpito la città. I firmatari denunciano alle autorità comunali le pessime condizioni in cui versavano i tre vicoli che «contengono ammassi d’immondezze, esalano pessimi odori; offendono la vista e l’odorato dei passeggieri [sic!]; ed oltre di questo non essendo in tempo di notte illuminati, servono ad immorali convegni» (ASCE, Postunitario, Atti del magistrato giunta e consiglio, 3/1, 1865).

Poiché la comunità cittadina riteneva indispensabile avere una «una facile e diretta comunicazione dalla Piazza della Collegiata alla via S. Agostino [ora via de’ Neri] (…) per l’esistenza delle chiese di S. Stefano e della Santa Croce; per accedere al Monte [si trattava del Monte Pio, importante istituto di credito empolese]; per andare alle Pubbliche Scuole [nel complesso dell’ex convento agostiniano]; per portarsi al Teatro» ma al tempo stesso tutelare la ‘Pubblica Morale’, fu inoltrata richiesta, appunto, per la chiusura del «chiassetto detto di Beppa, sotto la stabile Tofanari; e di ampliare l’altro chiassetto denominato del Poggini».

Numerosi – a detta dei richiedenti – i benefici determinati dall’ampliamento del chiassetto del Poggini, corrispondente al tratto dell’attuale via Leonardo da Vinci compreso tra via dei Neri e via G. Del Papa: «si avrebbe una comoda comunicazione fra la Piazza del Mercato e la via Sant’Agostino; si toglierebbe un immondezzaio dal centro del paese; si aggiungerebbe alla Piazza una strada discretamente ampia, e nella quale i mercanti potrebbero vendere le loro merci; si abbellirebbe il Paese». Una prima perizia per l’ampliamento del vicolo si ebbe già nel gennaio 1865, ma occorrerà aspettare i primi anni del nuovo secolo per poter procedere all’esproprio degli immobili che consentirà di attuare l’allargamento previsto e avviare la costruzione della futura via Leonardo da Vinci (si veda vicolo del Poggini). Più o meno negli stessi giorni l’amministrazione comunale provvide a chiudere il poco rispettabile vicolo della Beppa tramite l’installazione di due cancelli in ferro (perizia dell’ingegnere comunale di Empoli, 5 gennaio 1865, ivi).

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