Intorno a Porta Pisana

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Piazza Garibaldi Maestrelli e Lazzeri 10692
Piazza Garibaldi in una vecchia cartolina postale illustrata

Poche sono le tracce ancora visibili dell’ultima cerchia muraria che proteggeva la terra murata di Empoli. Tra queste l’unica porta superstite, delle originarie quattro collocate su ciascun lato del quadrilatero delle mura, è la cosiddetta Porta Pisana. In corrispondenza della porta, posizionata sul versante occidentale della cinta muraria, attraversava la città la via Maestra Pisana o Fiorentina. La sua costruzione fu completata intorno al 1487, insieme a quella di Porta Fiorentina, sotto la supervisione del capomastro Simone di Mariotto da Settignano (V. Arrighi, Fatti e vicende della costruzione delle mura di Empoli 1452-1507, «BSE», VIII, a. XXX, 1986, n. 7-8, pp. 299-334). La struttura originaria, ricostruibile attraverso numerose fonti iconografiche, fu fortemente danneggiata dalle mine tedesche al termine dell’estate del 1944 e ridotta all’attuale rudere, che conserva gli stipiti originari in laterizio con parte dei cardini metallici del portone. Nel XVIII secolo è documentata una via della Porta Pisana [ASFi, Decima (1776): Via della Porta Pisana risulta tra i confinanti della «casa con bottega sotto ad uso di pizzicagnolo» di proprietà del Capitolo della Collegiata di Sant’Andrea di Empoli (5753 c. 166r.)].

Porta Pisana
Porta Pisana ripresa da piazza Garibaldi prima della sua distruzione durante la seconda guerra mondiale

Nei pressi della porta si trovava piazza della Paglia, documentata nella seconda metà dell’Ottocento (ASCE, Misc. U.T. 41/5, «Elenco delle strade comunali […]», 23 marzo 1868: Piazza della Paglia: «Sotto la porta di tal nome», denominazione successivamente cassata): probabilmente coincideva con il piccolo slargo vicino a Porta Pisana, un tempo piazza della Torre degli Alessandri, dove erano vendute, secondo quanto riportato negli statuti cinquecenteschi, «erbe, paglia, gramigna, stame» (ASCE, Preunitario, Comunità 1, Statuti, 1560). Nello stesso periodo è attestata la vendita della paglia da cappelli e dei cappelli di paglia nella vicina piazza S. Antonio (ASCE, Regolamenti comunali 1, Allegati al Regolamento di polizia municipale per il Comune di Empoli, 1867), attuale piazza G. Garibaldi, così denominata per la presenza della piccola chiesa di S. Antonio Abate.

Di fronte alla porta si snoda il tracciato di via della Noce, che seguiva il tratto occidentale della penultima e ultima cerchia, partendo dall’omonima Porta del secondo circuito murario, su via del Giglio, per giungere all’inizio dell’attuale via G. Del Papa in prossimità della Porta dello Spedale. L’originaria via del Noce (V. Chiarugi, Della storia d’Empoli, a cura di M. Bini, Empoli, 1984, p. 44.: «l’altra porta […] era chiamata la Porta al Noce, e quivi appresso prima che fosse questo secondo cerchio inalzato, esisteva una via detta pur via del Noce, la quale parallela, ed in mezzo alle due Strade principali indirizzavasi verso la Pieve, ed aveva il suo termine in Piazza»), attestata fin dal ‘700 [ASFi, Decima (1776): Francesco Maria, Giuseppe Gaetano, Anton Niccolò Salvagnoli: «una casa posta in via del Noce» (5754 c. 579r.)], ha lasciato il posto all’appellativo della Noce (ASCE, Misc. U.T. 41/5, «Elenco delle strade comunali […]», 23 marzo 1868: Via della Noce: «dalla via Ferdinanda alla via del Giglio»).

Come ricordato da Mario Bini, l’estensione della via è più breve rispetto al passato quando arrivava, da una parte, fino a via Chiara, passando lungo le mura per il vicolo de’ Nocenti, cioè vicino alla fattoria dell’Ospedale dei Innocenti, e dall’altra «verso sud col Chiasso Ombretti o Vicolo delle Conce» (M. Bini , Un po’ di odonomastica locale in chiave storica, «Empoli», a. 7, n. 1 (1966), p. 60).

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Uno scorcio di via della Noce attraverso Porta Pisana distrutta dai bombardamenti.

Chiarugi localizzava tra le trecentesche porte dello Spedale e al Noce, grosso modo di fronte all’attuale Porta Pisana, uno stradello detto vicolo Santa Brigida: «per stabilire una facile, e pronta comunicazione tra le due Porte predette al di dentro del Paese, pare che fosse lungo le mura frapposte alle medesime, e dall’un lato e dall’altro aperto un vicolo della cui esistenza col nome di vicolo di S. Brigida tra la Porta dello Spedale, e quella del Noce» (Chiarugi cit., p. 45). Il vicolo, che probabilmente prendeva nome dalla presenza in zona di possedimenti del fiorentino convento di Santa Brigida, è da identificare con il vicolo dei carbonai, ancora oggi inglobato nelle abitazioni, che collegava piazza Farinata con via della Noce (E. Ferretti, Il centro storico di Empoli. Analisi della forma urbana, caratteri insediativi, qualità architettonica. Analisi di dettaglio, in Regolamento urbanistico di Empoli, allegato n. 3, 2002, p. 16). Bini ricorda un vicolo delle carbonaie, «ma è alquanto dubbio che sia stato di pubblico accesso» (Bini cit., p. 62).

Il vicolo potrebbe coincidere con la via di Santa Brigida documentata tra i confini di un immobile di proprietà Dicomani nelle portate della Decima del 1776 [ASFi, Decima (1776): Giuseppe, Giovanni Antonio, Pasquale, Girolamo Dicomani: «una casa con bottega con suo portico sopra di essa e corte in mezzo e suo pozzo, posto sulla Piazza […]» confina con Canto del Giglio e «Corticina e via che già si chiamava di Santa Brigida a comune che tramezza con la detta casa e il detto Capitolo con sito d’osteria» (5754 c. 915v.)].

©Elisa Boldrini – riproduzione riservata

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