Al Cenacolo degli Agostiniani un incontro speciale per riscoprire uno dei protagonisti della storia culturale del primo cinquantennio empolese. Si tratta di Emilio Mancini, nato a Empoli nel 1883 e morto a Lucca nel 1947.
La famiglia era di origini modeste e per completare gli studi Mancini si aiutò dando lezioni private. Dopo la laurea in lettere si dedicò all’insegnamento: dapprima a San Miniato, quindi a Livorno, all’Istituto Magistrale: fece carriera, prima diventa Preside poi Provveditore agli Studi. Le sedi lontane da Empoli: Val d’Aosta e Piemonte e, nel secondo dopoguerra, Lucca.
Categoria: Iniziative in Archivio
Appena uscito il nuovo numero di «Quaderni d’archivio. Rivista dell’Associazione Amici dell’Archivio storico di Empoli»
È uscito il V° numero (2015) di «Quaderni d’archivio. Rivista dell’Associazione Amici dell’Archivio storico di Empoli», che dedica a La Grande Guerra in una piccola città la parte monografica
Il periodico è sicuramente uno degli obiettivi più importanti dell’Associazione, perché si presenta al lettore con un taglio “amico”. Non occorre essere addetti ai lavori, anche se è bandita l’improvvisazione ed è comunque il risultato di ricerche e approfondimenti.
Alimentazione in epoca antica al Museo del Vetro di Empoli
Terminata la conferenza gli Amici del Muve invitano i presenti al brindisi di Natale
Via Marchetti
L’odierna via Giovanni Marchetti venne istituita come semplice via Marchetti nell’ottobre 1870 in memoria dei due illustri membri della famiglia Marchetti, lo scienziato e letterato Alessandro Marchetti (1633-1714), originario di Pontorme e famoso traduttore del De rerum natura di Lucrezio, e il vescovo Giovanni Marchetti (1753-1829), empolese e strenuo difensore dell’ortodossia cattolica contro le posizioni riformiste del vescovo giansenista Scipione de’ Ricci (ASCE, Postunitario, Deliberazioni del consiglio I/4, 29 ottobre 1870).
Appuntamento venerdì 27 novembre al Cenacolo degli Agostiniani con una conferenza sull’empolese Pietro Domenico Bartoloni
A Empoli esiste una via dedicata a Pietro Domenico Bartoloni, che congiunge via IV novembre a Via Meucci. Di questo personaggio, nostro concittadino, sappiamo però molto poco, a parte la sua pubblicazione Bacco in Boemia.
Per farci conoscere meglio questa figura “europea” nel complesso contesto storico e culturale in cui si trovò a vivere ed operare è stato invitato il prof. Alessandro Catalano, studioso di slavistica, dell’Università di Padova.
Nato a Empoli nel 1651 e laureato in utroque iure a Pisa nel 1673 e non in medicina, come spesso riporta la storiografia coeva, Bartoloni poteva vantare una certa dimestichezza con l’Europa centro-orientale. Trascorse infatti lunghi periodi in ‘Germania’ (più precisamente in Austria e in Boemia) assieme al giovane principe Lorenzo Piccolomini d’Aragona (1656-1714), duca di Amalfi e signore del castello e città di Náchod nel Regno di Boemia, essendo al suo servizio nel periodo che va dal 1679 fino al 1693.
Documenti d’archivio e scavi archeologici per scoprire le maioliche della fornace Levantini in borgo d’Empoli
Leonardo Terreni, presidente della Associazione Archeologia Medio Valdarno, nell’ambito della rassegna “Parole & Musica nei Musei” giovedì 22 ottobre 2015 alle ore 21.30 al Museo del vetro, parlerà dello scavo nell’area della vetreria Del Vivo (ex piazza del Pratello in Borgo, corrispondente oggi alla costruzione della Banca di Cambiano in via Chiarugi e a via Pulidori), che portò al ritrovamento delle maioliche della manifattura Levantini.
La campagna di scavo era finalizzata a riscoprire e studiare una porzione di mosaico di epoca romana rinvenuta nel 1957 in occasione dei lavori di ampliamento della Vetreria Del Vivo e poi subito ricoperta. Ma oltre al frammento di pavimento musivo gli archeologi trovarono anche una serie di reperti appartenenti a vari tipi di stoviglie di produzione settecentesca. A questo punto gli scavi proseguirono con maggiore attenzione grazie alla segnalazione di Fausto Berti, che pochi anni prima aveva scritto un saggio su Domenico Lorenzo Levantino*, imprenditore savonese che nel 1765 aveva fondato in quell’area una manifattura di maioliche alla francese e alla conoscenza di fonti documentarie.
Un’analisi del Valdarno a partire da una carta di Leonardo da Vinci al nuovo appuntamento del Venerdì in Archivio
Il prossimo 25 settembre riprende l’edizione autunnale del Venerdì in archivio con una conversazione pubblica tenuta dall’archeologo Andrea Vanni Desideri su Leonardo da Vinci come fonte per la storia del paesaggio medievale, Una carta del Valdarno nel Codice Windsor.
La rappresentazione del tratto inferiore del Valdarno che Leonardo stese intorno al 1503 per il progetto di un canale tra Firenze con il basso corso dell’Arno, oltre il suo primario valore documentario per la storia del pensiero leonardiano, si rivela anche come una inaspettata fonte per l’archeologia del paesaggio, in quanto vi è ancora sostanzialmente ben riconoscibile un quadro insediativo determinatosi in larga misura nelle fasi finali del Basso Medioevo prima delle sostanziali trasformazioni d’Età Moderna.
Un’iniziativa promossa dal Circolo Arci di Monterappoli: “Donne Resistenti”. A Monterappoli per ricordare il ruolo della donna prima, durante e dopo la II guerra mondiale
Domani 29 luglio, in occasione del 71° anno dalla liberazione di Monterappoli, il Circolo Arci promuove una serata di incontro e di dibattito per testimoniare l’importanza del ruolo della donna durante la guerra. “Donne Resistenti”, questo il titolo dell’evento, è il tentativo di porre in risalto un aspetto che troppo spesso non viene considerato dalla pubblicistica in generale, quello appunto della storia di genere.
Da quanto affermano Liliano Bartolesi e Patrizio Fontanelli, che gli anni della guerra li hanno vissuti sulla propria pelle da monterappolesi, per quanto riguarda Empoli (e quindi Monterappoli) non abbiamo esempi di figure femminili in “prima linea”. Tuttavia, le donne hanno contribuito spesso alla salvezza di moltissimi uomini: mariti, figli, compagni, ricercati politici.
Proprio a Monterappoli, prima frazione dell’Empolese ad essere liberata e sede del nascente comune
provvisorio di Empoli (il 29 luglio 1944), i membri del CLN, tra i quali Pietro Ristori, Antonio Negro,
Aureliano Santini, si rifugiavano nelle case dei propri compagni, ospitati da famiglie e da donne pronte a
rischiare la propria vita pur di nasconderli al tedesco invasore. Era sempre delle donne, inoltre, il ruolo di
“vedetta”: una volta avvistato il nemico correvano ad avvisare gli uomini che, consapevoli del pericolo
imminente, fuggivano lesti nei campi. Infine, il ruolo di madre e moglie comportava una serie di obblighi,
tra cui soprattutto quello di sfamare numerose bocche. E in un periodo in cui la scarsità dei viveri
costringeva la popolazione ad enormi sacrifici, non era affare da poco.
Arriva il secondo appuntamento con “Questa era Empoli”: giro storico in centro
Visto il successo della passata edizione, giovedì 9 luglio alle 21.30 partirà da piazza Farinata degli Uberti il secondo appuntamento con “Questa era Empoli”.
Il giro storico fra le mura organizzato dalla nostra associazione “Amici dell’Archivio storico di Empoli”, insieme con l’associazione culturale “Questa è Empoli”, porterà nuovamente la storia di Empoli nelle strade, vie e piazze dell’antico castello.
A fare da guida storica sarà, come lo scorso anno, Gabriele Beatrice che porterà i presenti lungo un percorso incentrato sul tema “Fede e devozione dal Medioevo alla modernità”.
Venerdì in archivio: Tra Archivio e Museo (MUVE 29 maggio 2015 – ore 17)
Lo studio delle fonti applicato al patrimonio architettonico empolese: Palazzo Ghibellino dai Giomi ai Martelli ed oltre.
L’ultimo incontro del Venerdì in archivio prima dell’estate si trasferisce nei locali del Museo del vetro e sarà Valfredo Siemoni ad intrattenerci su uno degli edifici più rappresentativi di Empoli: il Palazzo Ghibellino